I dolci della Valtellina: bisciola e cupeta

Certo, mangiare in Valtellina è sinonimo di pizzoccheri, Casera DOP e Bresaola IGP. Ma non sono solo salumi e formaggi i cibi tipici della provincia di Sondrio: la cucina locale, infatti, si fregia anche di una produzione di dolci molto amati dagli abitanti e inevitabilmente anche dai turisti. Primi fra tutti, la bisciola e la cupeta.

Il dolce tipico della Valtellina: la bisciola

La bisciola valtellinese è un dolce tipico della Valtellina, anzi con ogni probabilità il più famoso e conosciuto di tutta la provincia. Le origini della bisciola, come di altri cibi che affondano la propria storia nella tradizione, sono incerte: pare che essa nacque per caso e che una parte del merito vada nientemeno che a Napoleone. Alla fine del 1700 infatti le truppe francesi agli ordini del comandante corso invasero il nord dell’Italia e fecero tappa in Valtellina: qui, per ristorarsi, Napoleone in persona chiese a uno dei cuochi al seguito di preparare un dolce con i prodotti del luogo. Il risultato fu un pane lievitato fatto con farina di grano saraceno, farina di grano tenero e burro, dal sapore dolce, farcito con noci, uvetta, fichi e pinoli. Era nata così la bisciola.

Questo è quanto racconta la leggenda, di certo c’è che questo dolce è una pagnottella in cui la parte del protagonista spetta alla frutta secca (ma in alcune varianti anche il miele si prende la scena). Proprio per la sua composizione, la bisciola è detta anche Pan di Fich (pane dei fichi, in dialetto valtellinese) oppure Panettone valtellinese, dal momento che è spesso consumata nel periodo delle festività natalizie proprio in sostituzione del tipico dolce di origine milanese. Tradizione vuole che la fetta di bisciola vada gustata dopo essere stata intina in un bicchierino di grappa.

La cupeta, il dolce dell’autunno

La ricchezza enogastronomica della Valtellina e la varietà dei prodotti del territorio si conferma anche in un altro dolce tipico della provincia di Sondrio: la cupeta valtellinese. Si tratta di un prodotto che in passato era preparato soprattutto in relazione ad alcune festività religiose che venivano celebrate nelle varie località della zona: a Bormio la si associa alla ricorrenza di Santa Lucia, il 13 dicembre, quando secondo la tradizione la Santa porta i doni ai bambini a bordo di un carretto trainato da un asinello, facendo così le veci di Babbo Natale; a Sondalo a Sant’Agnese, che dà il nome alla chiesetta fondata secondo la leggenda nientemeno che da Carlo Magno; a Sondrio e a Morbegno invece è la figura di Sant’Antonio a richiamare la preparazione della cupeta, mentre più in generale la ricorrenza di Ognissanti del primo novembre identificava il periodo di riferimento per questo dolce dagli ingredienti tipicamente autunnali.

La cupeta è infatti realizzata con una pasta a base di noci e biscotti tritati che si ottiene con una cottura a fuoco lento nel miele, uno dei più rinomati prodotti tipici della Valtellina, e si dispone poi – una volta raffreddata – tra due fogli di ostia. Questo dolce ha un gusto inconfondibile e una genuinità elevata, grazie alla qualità degli ingredienti di cui si compone. Inoltre rappresenta uno snack energetico capace di dare un giusto contributo di energia: già nei secoli scorsi, quando le moderne barrette e gli integratori non erano ancora sul mercato, la cupeta veniva utilizzata per ridare vigore e forze all’organismo dopo uno sforzo estremo.

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